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    Dalla supergravità indicazioni per nuove applicazioni di medicina rigenerativa e per testare farmaci più efficaci

    La supergravità può aiutare i ricercatori nello sviluppo di applicazioni nella medicina rigenerativa per il sistema scheletrico e nel testare nuovi farmaci, ancora più efficaci, per la stimolazione di cellule staminali. Con queste premesse, così incoraggianti, sono stati appena pubblicati sull'International Journal of Nanomedicine i risultati degli esperimenti condotti dal gruppo di allievi perfezionandi in Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna e di dottorandi del Center for Micro Bio-Robotics dell'Istituto Italiano di Tecnologia a Pisa, con sede a Pontedera, nell'ambito della campagna "Spin Your Thesis!" promossa dall'Agenzia Spaziale Europea. Il gruppo italiano è stato uno dei pochissimi scelti, dopo una lunga selezione, dall'agenzia per condurre esperimenti in regime di gravità alterata presso la "Large Diameter Centrifuge" dello European Space Research and Technology Centre, con sede a Noordwijk (Olanda). Qui è operativa una strumentazione in grado di permettere esperimenti in condizioni di ipergravità, fino a 20 volte rispetto a quella terrestre.

    Il gruppo italiano, formato da Attilio Marino e Antonella Rocca della Scuola Superiore Sant'Anna, sotto la supervisione di Gianni Ciofani, team leader dell'Istituto Italiano di Tecnologia, ha condotto esperimenti nell'ambito di un progetto per valutare l'effetto della gravità e di altri stimoli fisici sull'accrescimento e sulla differenziazione di osteoblasti (precursori di cellule ossee).

    "I risultati ottenuti - spiega Gianni Ciofani - hanno permesso di dimostrare come l'ipergravità possa fornire un'importante stimolo per guidare il comportamento cellulare, strada ancora decisamente inesplorata e con notevoli potenzialità in biomedicina, per applicazioni che spaziano dalla medicina rigenerativa allo screening di nuovi farmaci. Grazie all'Agenzia Spaziale Europea - conclude - al nostro gruppo è stata concessa un'opportunità unica per sfruttare strumentazioni altrimenti di difficile accesso. Non è la prima volta che veniamo selezionati per questi esperimenti e già nel 2014 siamo tornati in Olanda per valutare gli effetti dell'ipergravità su potenziali terapie genetiche per il muscolo".

    Il paper può essere letto QUI.

    Data pubblicazione
    Tue, 03/03/2015 - 10:00
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    Ciclo di seminari in vista di Expo 2015: la parola a esperti del terzo settore, imprenditori e docenti universitari

    Nell’ambito dell’attività di collaborazione tra Istituto Dirpolis (Area Diritto Agro-Ambientale) e Regione Toscana in vista di EXPO 2015, si terrà presso la Scuola Superiore Sant’Anna un ciclo di seminari dal titolo “Verso Expo: idee, percorsi e regole del cibo”. A partire dal 22 gennaio fino al 26 marzo il ciclo di seminari vedrà la partecipazione di esperti provenienti del terzo settore, imprenditori e docenti universitari.

    I seminari, inclusi nella programmazione didattica della Classe di Scienze Sociali, analizzeranno in prospettiva multidisciplinare alcuni degli aspetti più rilevanti nel dibattito attuale connessi con l’idea, le pratiche di produzione, distribuzione e consumo e la regolamentazione del cibo.

     

     

    Programma degli incontri

    • 22 gennaio, Prof. Alessandro Nuvolari, Scuola Superiore Sant’Anna, “Uno sguardo di lungo periodo: da Crystal Palace all'Expo”, ore 14.00-16.00, Aula 6
       
    • 29 gennaio, Dott. Luca Colombo, Segretario generale Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica – FIRAB, “Il cibo Exposto a show e vulnerablità”, ore 14.30-16.30, Aula 10
       
    • 5 febbraio, Dott.ssa Raffaella Grana, Slow Food Toscana e Dott. Roberto Burdese, Presidente onorario di Slow Food Italia - Slow Food Nazionale, “Nutrire il Pianeta: la versione di Slow Food”, ore 14.30-16.30, Aula 3
       
    • 12 febbraio, Prof.ssa Pamela Lattanzi, Università di Macerata, "Verso la riduzione dei rifiuti alimentari: le regole del cibo ostacolo e soluzione nella lotta allo spreco alimentare", ore 10.00-12.00, Aula 3
       
    • 19 febbraio, Dott. Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia, “Il cibo di chi non lo ha”, ore 11.30-13.30, Aula 6
       
    • 26 febbraio, Dott. Alessandro Leo, Vice Presidente del Consorzio Libera Terra Mediterranea, "Cibo vero: il gusto della legalità"; dott.ssa Mariagrazia Alabrese, Scuola Superiore Sant’Anna, "L'incentivazione delle forme di vendita diretta dei prodotti agroalimentari nella legislazione nazionale", ore 11.30-13.30, Aula 10
       
    • 5 marzo, Dott. David Avino, Managing Director Argotec e dott. Stefano Polato, Responsabile Space Food Lab Argotec e chef ufficiale della missione Futura, “Space food per terrestri. Il cibo spaziale dalla ISS alla Terra”, dalle 9.30 alle 11.30 in Aula 6
       
    • 12 marzo, Prof. Enrico Pe’, Scuola Superiore Sant’Anna, "Il ruolo della genetica e della genomica nelle agricolture del XXI secolo"e Prof. Luca Sebastiani, Scuola Superiore Sant’Anna, "Cibo e Biodiversità" ore 10.30-12.30, Aula Magna
       
    • 19 marzo, Dott.ssa Giuliana Strambi, CNR, “Le Dop e le IGP fra conservazione della tradizione ed esigenze di mercato”, ore 11.30-13-30, Aula 9
       
    • 26 marzo, Dott.ssa Elena Vivaldi, Scuola Superiore Sant’Anna, "Tutela della salute e sicurezza alimentare: il punto di vista del diritto costituzionale", ore 11.30-13.30, Aula 10

     

    Data pubblicazione
    Thu, 01/22/2015 - 12:30
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    Nuove borse di studio per il PhD in Management grazie alla partnership con il GSSI e Telecom Italia

    Aumentano le borse di studio del PhD in Management della Scuola Superiore Sant’Anna, grazie alla partnership con il GSSI (Gran Sasso Science Institute) e con Telecom Italia.

    Con il GSSI è stato attivato il nuovo curriculum in “Change and Complexity Management”, che prevede l'attivazione di 4 borse di studio, mentre con Telecom Italia una borsa di studio sul tema “Nuovi modelli di business per stili di vita sostenibili (durevoli)”.

    Sono quindi 10 complessivamente le borse di studio del PhD in Management, per le quali si può presentare domanda all’indirizzo http://www.sssup.it/phd-management entro la scadenza del 18 giugno 2014.

    Data pubblicazione
    Fri, 05/16/2014 - 14:36
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    L’obesità? Un "peso" sociale. I dati in uno studio della Scuola Superiore Sant'Anna

    4.898.496. Sono i nostri connazionali obesi. Il loro costo sociale è pari a 8,3 miliardi di Euro all’anno. Questo dato è l’espressione di tutti i costi, diretti ed indiretti, generati dalla patologia e ci dà la misura di quanto incida sul tessuto socio-economico del Paese. Lo ha detto oggi al Festival della Salute di Viareggio Giuseppe Turchetti, docente di Economia e Gestione delle Imprese alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore dell'indagine sul fenomeno.

    Obesità, emergenza sanitaria globale dei prossimi anni. Un’evidenza condivisa da tutti gli addetti ai lavori, certificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha posto la prevenzione e la cura di questa patologia tra gli obiettivi più importanti da conseguire a breve termine. Non certo noto è invece il costo sociale dell’obesità, ovvero quanto pesino gli effetti negativi  della patologia sulle condizioni di vita di chi ne soffre, dei suoi familiari e, indirettamente, sull’intera collettività, in termini di consumo di risorse economiche.
    La determinazione del costo sociale dell’obesità in Italia rappresenta la prima fase di uno studio congiunto  - condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’Università Bocconi - relativo all’obesità e alla Chirurgia Bariatrica. Il Prof. Giuseppe Turchetti, docente di Economia e Gestione delle Imprese, ha curato i risultati di questa prima parte che vengono oggi illustrati al Festival della Salute,  in occasione dell’incontro “Presentazione dei risultati di uno studio sui costi sociali dell’obesità”, al quale partecipano anche l’assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, Enrico Rossi, ed il presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia, Gianluigi Melotti.
    “Questo lavoro – dice Giuseppe Turchetti – consente di capire quanto l’insieme di tutti gli aspetti della patologia (cure, patologie correlate, giornate di lavoro perse, ecc.) incidano sul tessuto socio-economico del nostro paese. Ad ottobre partirà la seconda parte dello studio, che valuterà il costo sociale su una popolazione di “ex obesi” che si sono sottoposti ad interventi di chirurgia bariatrica. Saranno coinvolti 6 centri, equamente distribuiti tra Toscana e Lombardia, due regioni che insieme rappresentano quasi la metà del totale degli interventi di chirurgia dell’obesità effettuati oggi in Italia, interessanti anche perché propongono modelli di organizzazione e di assistenza diversi tra loro”.

    Italia. La bilancia pende a Sud

    Il lavoro della Scuola Superiore Sant’Anna presenta i dati relativi alla prevalenza dell’obesità in  Italia, negli USA e in Europa e svolge una revisione sistematica degli studi internazionali sul costo sociale dell’obesità, che ha permesso di stimare il costo sociale annuo di una “generica” persona obesa in 1700 Euro (1400 Euro di costi sanitari e 300 di costi non sanitari). Secondo  l’ISTAT “Health for All 2008”, dal 1994 al 2007 si è assistito, in Italia, ad un progressivo incremento del tasso medio di prevalenza dal 7,3% al 9,9% .
    Le regioni che in questi anni hanno fatto registrare i tassi più bassi di prevalenza sono il Piemonte, il Trentino Alto Adige e la Liguria. La regione più “pesante” – con medie sempre superiori al 10% – è il Molise, seguita da Puglia (picco massimo 12,9% nel 2006) e Basilicata (12% nel 2006).

    Il costo sociale di un italiano obeso
    Sulla base di questi dati epidemiologici e della revisione degli studi internazionali, la Scuola Superiore Sant’Anna  ha stimato l’impatto del costo sociale dell’obesità in Italia.  Secondo l’esercizio svolto, considerata una prevalenza dell’obesità pari al 9,9%, che corrisponde a 4.898.496 persone adulte, il costo sociale annuo stimato dell’obesità risulterebbe essere di 8,3 miliardi di Euro, pari a circa il 6,7% della spesa santiraria pubblica. Ipotizzando una vita media attesa della persona obesa di 75 anni, è stimabile in circa 100.000 Euro aggiuntivi il costo sociale totale di un diciottenne obeso rispetto ad un coetaneo normopeso.
    Infine, un altro dato che invita alla riflessione: in Italia, sempre secondo i dati ISTAT Health for All 2008, il costo sanitario pro-capite è di 1.703 Euro. Se a questo dato togliamo i costi sanitari connessi alla cura dell’obesità, così come calcolati nell’esercizio svolto, otteniamo un costo sanitario pro-capite di 1.565 Euro. Ciò significa che l’obesità peserebbe sulla spesa sanitaria pro-capite per circa 138 Euro e che un cittadino obeso costerebbe al SSN più del doppio di un cittadino normopeso.

    Grandangolo dell’obesità.

    Gli Usa e la “conquista del West”.  Europa più “magra”
    Secondo le rilevazioni, aggiornate al 2008, del Behavioral Risk Factor Surveillance System dei CDC  di Atlanta (Centers for Disease Control and Prevention, il più grande network di controllo della salute pubblica nel mondo), dal 1985 ad oggi si è assistito ad un progressivo e massiccio consolidamento della prevalenza dell’obesità negli Usa, che oggi si attesta su valori che vanno dal 18,5% in Colorado a 31,4% in Alabama. Il fenomeno dell’obesità negli Usa ha avuto anche una chiara connotazione geografica, allargandosi dagli Stati della Costa Atlantica a quelli della costa Pacifica, in una sorta di “conquista del West”. Spostandoci in Europa, le cifre scendono di circa il 10 per cento. Secondo i dati EUROSTAT, aggiornati al 2004, è Malta lo Stato con il maggior numero di obesi (23%), seguito dal Regno Unito (22,7%).  Alla Norvegia la palma dello Stato europeo più “magro”, con una prevalenza del 6,1%.

    Data pubblicazione
    Fri, 09/25/2009 - 17:32
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