Alberto Di Minin alla presentazione del volume di Luca De Biase il 10 aprile a Pisa
Mercati finanziari automatizzati; relazioni umane mediate dai like su Facebook; un flusso d'informazioni incessante e invadente; protesi digitali che arricchiscono l'esperienza. Le macchine sembrano conquistare funzioni sempre più autonome dall'intervento dell'uomo, e le piattaforme online sulle quali ci informiamo e coordiniamo impongono i loro algoritmi, mentre raccolgono e analizzano enormi quantità di dati imparando dagli utenti. È una dinamica evolutiva digitale che richiede un drastico adattamento culturale. Con "Homo pluralis - Essere umani nell'era tecnologica" Luca de Biase propone un approccio all'infosfera che supera la contrapposizione tra ottimismo tecnofilo e allarmismo neoluddista, e riconosce la necessità per l'uomo di diventare cittadino consapevole di questo nuovo ambiente digitale, imponendo la propria creatività, intelligenza e senso etico, e conquistando così una dimensione più autentica. Perché "la tecnologia va più veloce degli umani, ma gli umani possono imparare ad andare più lontano."
Di questi temi Alberto Di Minin, professore associato di Economia e gestione delle imprese presso l'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna, converserà il 10 aprile alle 17 alla Libreria Blu Book (Palazzo Blu, Via Toselli, 23, Pisa) con l'autore e Emanuele Baldacci, direttore delle reti di produzione e ricerca di Istat, Adriano Fabris, professore di Filosofia Morale dell'Università di Pisa, Dino Pedreschi, professore di Informatica dell'Università di Pisa.