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Mozione a favore dei Ricercatori a tempo determinato

Data pubblicazione: 11.10.2010
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Nell’attuale formulazione del disegno di legge Gelmini, i ricercatori a tempo determinato istituiti dalla “riforma Moratti” sono fermi su un “binario morto” rispetto a ogni possibile sbocco universitario di durata stabile e, quindi, senza alcuna prospettiva di carriera. E’ questo il senso di una mozione presentata dal rappresentante dei ricercatori a tempo determinato e approvata all’unanimità dal Senato Accademico della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nella seduta di venerdì 8 ottobre, su richiesta del Direttore Maria Chiara Carrozza. La mozione è stata fatta propria anche dal Presidente Riccardo Varaldo.

Se la posizione dei ricercatori a tempo determinato non si muovesse rispetto a questo “binario morto”, le università dove ricoprono ruoli fondamentali in ambito didattico e scientifico, a livello nazionale e internazionale, si vedrebbero impoverite in maniera significativa. In questo la “scuola di eccellenza” di Pisa non rappresenterebbe un’eccezione. Nel solo Sant’Anna, ad esempio, i ricercatori a tempo determinato costituiscono circa il 35% del corpo docente (35 unità), coordinano progetti nazionali e internazionali e – soltanto negli ultimi tre anni – sono stati autori di circa 600 pubblicazioni a livello nazionale e internazionale, oltre ad aver svolto una considerevole mole di attività didattica e di tutoraggio di allievi universitari e dei corsi dottorato. Nella mozione approvata all’unanimità, i ricercatori a tempo determinato sottolineano con evidenza come non intendano richiedere interventi “ope legis” a loro favore, né suggeriscono l’apertura di corsie preferenziali dedicate.

La mozione chiede invece che i ricercatori a tempo determinato possano essere ammessi e competere alla pari con quelli a tempo indeterminato per un posto in organico all’interno delle università, in particolare nel ruolo di professori associati, nel segno della più aperta e meritocratica competizione. I ricercatori a tempo determinato richiedono soltanto di poter essere ammessi a tutte le procedure di selezione e chiamata su base nazionale e locale alle quali saranno soggetti i ricercatori a tempo indeterminato, ai sensi e nei limiti della normativa in approvazione. La Scuola Superiore Sant’Anna e i ricercatori sottolineano poi che tale richiesta potrebbe essere accolta a costo zero e che non comporterebbe spese aggiuntive per le università.