AL VIA IL PROGETTO EUROPEO SUL PRIMO CUORE ARTIFICIALE COMPATIBILE CON IL TESSUTO CARDIACO UMANO. TRA I PARTNER ANCHE L'ISTITUTO DI BIOROBOTICA DELLA SCUOLA SANT'ANNA
Un cuore artificiale completamente impiantabile, che sfrutta i principi della soft robotics per risolvere i problemi di insufficienza cardiaca. Con il progetto europeo “Cuore Ibrido”, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa si pone in prima linea nella sperimentazione e nella ricerca sul primo cuore artificiale compatibile con il tessuto cardiaco umano.
Quello di Pisa è l'unico centro di ricerca italiano partner del progetto, coordinato dall'Università di Amsterdam e finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito di Horizon 2020, il programma d'investimenti in ricerca e innovazione.
"Utilizzeremo come supporto materiali biocompatibili su cui far crescere le cellule cardiache - spiega Matteo Cianchetti, ricercatore dell’Istituto di BioRobotica - e riprodurremo i movimenti del cuore attraverso la robotica".
Il cuore ibrido avrà una parte interna composta da tessuto umano, vasi sanguigni e valvole cardiache che sarà compatibile e in grado di interagire con la struttura esterna formata, invece, da muscoli artificiali.
“È un esempio di soft robotics – continua Cianchetti – settore interdisciplinare in cui l’Italia è all’avanguardia e che si occupa di realizzare robot costruiti con materiali morbidi e deformabili, in grado di interagire con l’ambiente in modo sicuro ed efficace".
Il cuore ibrido non dovrà necessariamente avere la stessa forma di quello naturale e sarà possibile ricaricarlo con un sistema senza fili simile alle piastre utilizzate oggi per i telefonini. L’obiettivo finale del progetto, che durerà cinque anni, sarà riuscire a trapiantare il cuore ibrido su un paziente colpito da insufficienza cardiaca.