Intelligenza Artificiale: il contributo dei giuristi della Scuola Sant’Anna alle riflessioni sulle proposte di regolamentazione dell’Unione Europea. In Commissione il “feedback” di Giovanni Comandé e Denise Amram (Istituto Dirpolis)
Anche il LIDER Lab, il Laboratorio Interdisciplinare Diritti e Regole, dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politca e Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, dà il proprio contributo al dibattito sulle iniziative legislative europee in materia di Intelligenza Artificiale. Quello etico-giuridico è uno dei profili più sensibili di questo tema, centrale nelle riflessioni delle istituzioni mondiali, a causa del sempre più significativo impatto sulla vita dei cittadini delle applicazioni basate su algoritmi in ogni settore. Per questo motivo, la Commissione Europea ha avviato un processo di consultazione pubblica in vista della creazione di una “Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce i requisiti per l’Intelligenza Artificiale”.
Sul sito dedicato all’iniziativa della Commissione Europea è stato pubblicato il “feedback” (i.e. la posizione) realizzato da Giovanni Comandé, docente di Diritto Privato Comparato all’Istituto Dirpolis (Diritto, politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore del LiderLab, e di Denise Amram, ricercatrice affiliata e responsabile della protezione dei dati.
Da tempo i giuristi dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna sollecitano la comunità scientifica sull’importanza di adottare un regolamento che consenta di inquadrare in termini di diritti e obblighi, ovvero di incentivi e altri strumenti di soft law, un quadro giuridico efficace per l’IA, sulla scia del modello normativo promosso dal GDPR, cioè il Regolamento per la protezione dei dati personali.
Il feedback fornito da Giovanni Comandé e da Denise Amram alla Commissione Europea tiene conto degli studi condotti dal gruppo di ricerca in materia e si concentra su due questioni principali: “fornire strumenti operativi – spiegano – per collegare l’etica e la dimensione giuridica di una intelligenza artificiale affidabile, evitando così i rischi di un ‘lavaggio etico’”. Il lavaggio etico, l’ethics washing, comporta infatti la sostituzione di una vera regolamentazione con i “buoni propositi etici”, che necessitano di essere declinati nella dimensione operativa dello sviluppo della singola applicazione.
La seconda questione su cui i giuristi dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) puntano l’attenzione è il “ruolo che il Gdpr, il Regolamento sulla protezione dei dati, può svolgere in tema di IA e strategia dell’Ue, fornendo un quadro giuridico multilivello che può includere un regolamento generale sull’Intelligenza artificiale e garanzie specifiche nelle legislazioni nazionali e di settore anche con strumenti complementari di soft law”. Al centro delle riflessioni si pone la tutela della dignità e degli altri diritti fondamentali della persona, tema di ricerca core degli studiosi del LIDER Lab.