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Il 28 settembre viene presentata l’Indagine “Stella” sui dottori di ricerca

Publication date: 17.07.2009
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I dottori di ricerca possono e devono diventare un motore di innovazione per le imprese. Per questo è importante raccogliere dati puntuali sulle esperienze post dottorato e sul ruolo giocato dalla formazione ricevuta nel successivo inserimento lavorativo. Un lavoro svolto dall’Indagine STELLA i cui risultati, dopo essere stati oggetto di un convegno in Assolombarda, saranno presentati il 28 settembre 2009, alle 10.30 nell' aula 3 della Scuola Superiore Sant'Anna, durante un workshop a cui parteciperanno il Direttore della Scuola Superiore Sant'Anna, Maria Chiara Carrozza; Maria Francesca Romano, docente di Statistica sociale al Sant’Anna e referente del progetto, Arianna Menciassi, docente di Bioingegneria industriale e delegata al Placement. Il workshop riserverà particolare attenzione alla realtà della Scuola.

L’indagine ha coinvolto i dottori di ricerca di 7 dei 14 Atenei che già lo scorso anno avevano aderito all’iniziativa STELLA partecipando all’indagine sugli sbocchi occupazionali dei laureati: 4 del Nord (Università degli Studi di Bergamo, di Brescia, di Milano, di Milano-Bicocca) 2 del Centro (Università di Pisa e Scuola Superiore, Sant’Anna di Pisa) e 1 del Sud (Palermo).
Il quadro che emerge dall’indagine merita numerosi approfondimenti: la raccolta delle informazioni si è infatti conclusa da poco e le tabelle hanno fatto emergere numerosi aspetti degni di ulteriori elaborazioni. Inoltre, si possono trarre dai dati stessi alcune considerazioni preliminari:
• in primo luogo, vale la pena sottolineare come lo sbocco professionale tipico per i dottori di ricerca italiani sia l’università pubblica (che da sola assorbe più del 40% degli occupati) seguita dagli istituti di ricerca pubblici e privati (che assorbono un altro 13% di dottori). Le aziende private si limitano ad assorbire un 12% di dottori di ricerca.
• in secondo luogo, è importante sottolineare la percezione di effettivo impiego delle proprie competenze di ricercatori dichiarata dai dottori di ricerca occupati. Come già detto in precedenza, tale percezione è praticamente plebiscitaria nelle università e nei centri di ricerca (più del 90% dei dottori dichiara di svolgere attività di R&S) ,mentre, scende al 50% nelle aziende del settore industriale e precipita a meno del 20% nelle aziende di servizi. I dati raccolti fanno dunque pensare che le aziende private non offrano in generale opportunità di lavoro tali da valorizzare le competenze dei dottori di ricerca, e che siano piuttosto viste come soluzione di ripiego da parte di chi non ha trovato un’opportunità più consona all' università o presso centri di ricerca.
• l’occupazione dei dottori di ricerca è comunque molto alta, e in pratica indipendente dall’area disciplinare del corso di dottorato seguito. Tuttavia – a conferma della mancanza di un numero adeguato di sbocchi professionali – va sottolineata la presenza di un 10-11% di dottori che cercano occupazione all’estero (confermando anche a questo livello la preoccupante tendenza alla “fuga dei cervelli”).
• la percezione di utilità del titolo di dottore sul mercato del lavoro è molto limitata, a conferma di una situazione che vede questo titolo poco compreso dal mondo delle aziende.
• il salario iniziale dei dottori di ricerca conferma purtroppo l’appiattimento generale su livelli comuni anche ai laureati specialistici/magistrali e addirittura ai laureati triennali, anche se si notano alcuni segni di evoluzione della carriera in tempi relativamente brevi.
• la situazione di studente di dottorato appare compatibile con una professione: sono infatti numerosi i dottori che dichiarano di aver svolto attività lavorativa durante gli studi e spesso di mantenere tale attività anche dopo l’ottenimento del titolo.
• infine, positiva è in generale la percezione che i dottori di ricerca hanno del percorso formativo seguito: tre quarti circa di loro rifarebbero l’esperienza del dottorato, anche se non mancano le critiche alla formazione ricevuta e all’organizzazione didattica.