Terzo settore e impresa sociale, come evitare la fuga da registro unico nazionale di associazioni meno strutturate: da Istituto Dirpolis e Laboratorio WISS documento a Commissioni parlamentari che esaminano schemi di decreto legislativo
Evitare la fuga dal nuovo registro unico nazionale del terzo settore a causa di adempimenti troppo onerosi, rispetto alle agevolazioni concesse sul piano amministrativo o fiscale, soprattutto da parte delle organizzazioni di dimensioni ridotte e meno strutturate a livello organizzativo. E’ uno dei suggerimenti, tutti espressi con spirito costruttivo e propositivo, che la Scuola Superiore Sant’Anna ha trasmesso alle Commissioni parlamentari, impegnate nell’esame degli schemi di decreto legislativo sull’impresa sociale e sul codice del terzo settore, attraverso un articolato documento che ha evidenziato punti di forza e di criticità dei testi normativi proposti dal Governo.
Il documento è stato predisposto in occasione di un seminario multidisciplinare al quale hanno partecipato accademici, professionisti, operatori del settore ed è stato curato con particolare attenzione dal Laboratorio Wiss (Welfare, Innovazione, Servizi, Sviluppo) dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con la fondazione “PNP – Profit non Profit” di Milano, partner da anni sui temi della regolazione del terzo settore.
Le Commissioni parlamentari esamineranno nelle prossime settimane gli schemi di decreto legislativo la cui approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, è attesa per i primi giorni di luglio.
Il contributo della scuola universitaria superiore di Pisa esprime un’impostazione orientata verso la crescita qualitativa e quantitativa del terzo settore, coniugando scientificità, multidisciplinarietà e trasversalità ed evidenzia la “portata epocale della riforma” allo studio del Governo, nonché la sua possibile valenza come fattore di amplificazione e di accelerazione dello sviluppo del terzo settore in Italia. “Eppure ancora vi sono numerose questioni aperte, sulle quali è necessario che Parlamento e Governo tornino a riflettere”, come spiega il docente di diritto costituzionale e prorettore vicario Emanuele Rossi che, insieme al ricercatore Luca Gori, ha curato la supervisione scientifica del documento. “Trattandosi di una riforma destinata a governare il fenomeno del ‘terzo settore’ per i prossimi decenni – aggiunge Rossi - deve essere non soltanto chiara nella sua formulazione e di immediata applicazione, ma soprattutto ‘generativa’ di nuove iniziative in diversi campi di attività e con diverse soluzioni giuridiche, in attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale”.
“Se è positivo aver unificato in un unico corpus normativo – si legge nel documento - la disciplina di tutti Enti del terzo settore (…) c’è tuttavia una certa timidezza nell’inserire alcuni elementi innovativi: l’approccio seguito sembra più quello di una ‘ricucitura’ dei materiali normativi esistenti”. In questo passaggio il documento vuole mettere in guardia sulla possibile fuga dal nuovo registro unico nazionale del terzo settore a causa di adempimenti troppo onerosi a fronte della portata di agevolazioni amministrative e fiscali. Il rischio è che ad uscire siano soprattutto le organizzazioni più piccole, meno strutturate a cui dedicare invece le tutele maggiori, anche in relazione alla specificità e alla rilevanza delle attività svolte. “Anche sulla tendenza a far convergere la disciplina degli enti del terzo settore e quella delle società commerciali – si legge ancora nel documento - sorgono numerose perplessità a proposito della sostenibilità delle soluzioni proposte e per la ‘commercializzazione’ generalizzata di tutti gli enti del terzo settore”.
Il documento elaborato dal Sant’Anna di Pisa presenta all’attenzione del legislatore una serie di soluzioni. “Come università pubblica, insieme al nostro partner, la fondazione ‘PNP - Profit Non Profit’, - conclude Emanuele Rossi - abbiamo inteso rispondere alla nostra missione: supportare il processo di nuova regolamentazione in un settore strategico per lo sviluppo del Paese”.