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CCM 2014 - Un intervento di implementazione strutturata e sistematica di educazione della persona diabetica: agire su alimentazione, attività fisica e gestione auto-efficace della malattia cronica per incidere sul controllo del peso e gli indicatori di malattia

  • Durata dal 20.04.2015 al 19.04.2017
  • Laboratorio/Centro di ricerca Istituto di Management MeS
  • Costo complessivo €409 000
  • Quota partner €186 350
  • Responsabili scientifici Anna Maria Murante
  • Ruolo della Scuola Coordinatore
  • Sponsor Ministero della Salute

Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse al mondo. I dati del 2014 dell’organizzazione Mondiale di Sanità parlano di 387 milioni delle persone nel mondo che soffrono di questa malattia (l’8,3% della popolazione), con un individuo su due che ancora non sa di esserne affetto, 4,9 milioni di morti ed una spesa di circa 612 miliardi di dollari. È stato inoltre stimato che nel 2035 il numero delle persone con diabete aumenterà di circa 205 milioni diventando la settima causa di morte. Sul fronte nazionale si osserva che la prevalenza del diabete in Italia è del 7,7%, vale a dire 3,5 milioni delle persone, con 1 individuo su 3 che ancora non sa di essere malato. Il costo pro capite del diabete in Italia è di 3.371,23 dollari (US) contro un valore medio europeo di 2.775,98 dollari. Le ospedalizzazioni per diabete si sono ridotte negli anni, di circa il 33% nel periodo 2001-2009. I dati 2012 della Società Italiana di Diabetologia descrivono il diabete come una malattia diffusa soprattutto nella popolazione 55+ (7,9% tra i 55-64 anni, 12,3% tra i 65-74 anni e 19,5% per la popolazione >=75 anni) con una variabilità geografica rilevante che vede i tassi di prevalenza più bassi al nord e con valori superiori alla media in regioni quali Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Sicilia, Abruzzo. Col tempo il diabete può provocare un peggioramento nello stato di salute, con la comparsa di malattie cardiocircolatorie, neuropatie, retinopatie, e nefropatie, creando un effetto domino nel decadimento psico-fisico del paziente.

Come arginare il problema? Il 90% degli individui con diabete nel mondo è affetto da diabete di tipo 2, che ha tra i suoi maggiori fattori di rischio l’obesità e una ridotta attività fisica. Il rischio di diabete ed altre malattie croniche è direttamente correlato all’indice di massa corporea. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità relativi al sistema di sorveglianza Passi 2010-13 e Passi d’Argento 2012 segnalano una maggior prevalenza di individui obesi/in sovrappeso tra la popolazione affetta da diabete. I dati ISTAT 2011 parlano di una prevalenza di individui affetti da diabete e sovrappeso o obesi pari rispettivamente a 43,5 e 26,1 contro una prevalenza di 35,8 e 10 di individui sovrappeso o obesi nella popolazione maggiorenne complessiva. Alcuni studi italiani hanno mostrato un’associazione tra indice di massa corporea e mortalità che aumenta nella popolazione al di sotto dei 65 anni. Agire dunque sugli stili di vita della popolazione, introducendo una dieta corretta e una regolare attività fisica, permetterebbe di prevenire l’insorgenza della malattia o, nel caso di pazienti con diagnosi conclamata, di rallentarne l’insorgenza di eventi acuti o di altre comorbidità. La gestione del peso è dunque una leva terapeutica essenziale per la persona diabetica di tipo 2 e richiede un’adeguata attenzione da parte del paziente e dei provider alla nutrizione all’attività fisica. È stato inoltre osservato che il paziente riesce ad essere efficace nella gestione del peso e rispetto agli effetti che questi ha sul diabete grazie alla partecipazione a corsi di self management, realizzati nella forma di interventi strutturati e fondati sulle evidenze scientifiche. Di qui l’accento posto anche dal Piano nazionale malattia diabetica sul tema dell’autogestione. Anche in Italia esistono esperienze di percorsi di educazione della persona diabetica, strutturati e fondati sulle evidenze scientifiche. È il caso del Diabetes Self-Management Program, creato dallo Stanford Patient Education Research Center, adottato in alcune realtà italiane, quali le AUSL 6 Livorno, AUSL7 Siena, AUSL4 Prato, AUSL10 Firenze (Toscana) e APSS della PA di Bolzano.