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Genere e storia, nuove prospettive di ricerca: dal 2 febbraio a Pisa il Congresso della Società Italiana delle Storiche, ruolo di primo piano per le docenti della Scuola Sant’Anna

Data pubblicazione: 17.01.2017
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Pisa e le sue istituzioni universitarie ospitano da giovedì 2 a sabato 4 febbraio la settima edizione del convegno della Società Italiana delle Storiche. Oltre 200 studiose e studiosi di molte nazionalità si incontrano per discutere delle ricerche più recenti sulla storia delle donne e sugli studi di genere dall’antichità all’età contemporanea e dall’Italia all’Europa, all’America Latina e al Medio Oriente. Nel giorno di apertura, giovedì 2 febbraio, la Scuola Superiore Sant’Anna ospita in aula magna la sessione plenaria, a cui partecipano numerose docenti dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo).

L’analisi delle realtà e degli stereotipi della differenza di genere è il riferimento molti degli argomenti trattati durante il settimo congresso della Società Italiana delle Storiche, ospitato da Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale SuperioreUniversità di Pisa: dal livello profondo della storia delle emozioni alla negoziazione di una sessualità femminile lecita nella piccola posta delle riviste femminili; dalla capacità delle donne di cambiare gli statuti interni di alcune professioni, ad esempio quelle mediche, alla loro presenza in reti e istituzioni internazionali e in movimenti politici. Si discuterà dei manuali scolastici e dei libri per l’infanzia, confrontando l’esperienza italiana con quella di altri paesi europei.

Temi di grande attualità sono affrontati in una prospettiva storica, come i rapporti fra donne e uomini nel mondo arabo e musulmano, conosciuto di solito attraverso immagini semplificate.  Il congresso ospita sette panel dedicati ad alcuni paesi del nord Africa e del Medio Oriente, rappresenta un’occasione unica per avvicinarsi a queste realtà e conoscerne le implicazioni non solo per le regioni nordafricane e mediorientali, ma anche per l’Italia e per l’Europa.

Un altro tema centrale è la violenza maschile sulle donne nelle relazioni familiari-affettive. Il mondo cambia, ma la violenza di genere resta, seppure in forme diverse. La ritroviamo in luoghi e tempi molto lontani tra loro, in tutti gli ambienti sociali, culturali, religiosi. Uno sguardo di lungo periodo può essere utile a capire l’importanza che ha avuto il diritto romano nell’attribuire al padre di famiglia l’obbligo di correggere, anche con la violenza, moglie, figli e servi da lui dipendenti. Dalla famiglia alla società le gerarchie di potere si sono strutturate intorno alla figura del padre. Ma non tutte le donne subivano passivamente la violenza dei mariti. Alcuni interventi al congresso ci faranno scoprire che tra XII e XVIII secolo la causa di separazione più diffusa era per l’appunto la violenza maritale. Erano le mogli a denunciare mariti troppo maneschi, che oltrepassavano i limiti del loro “diritto di correzione”.

Il contributo della Scuola Superiore Sant’Anna è significativo, con particolare riferimento alla sessione plenaria di giovedì 2 febbraio, presieduta da Anna Loretoni, docente di Filosofia politica all’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna; è prevista la partecipazione di Barbara Henry e Gaetana Morgante, rispettivamente docenti di Filosofia politica e Diritto penale all’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna.

Il programma dettagliato è disponibile qui.